Lingua ladina

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Ladino (Ladin)
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Italia
Regioni:Parlato in: Trentino-Alto Adige e Veneto
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Persone: ~30.000
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Filogenesi:

Lingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   retoromanze
    Ladino
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: riconosciuta dallo Stato italiano come lingua minoritaria
Regolato da: Ufficio per la pianificazione della lingua ladina
Centro Culturale Ladino Majon di Fascegn
Istituto Ladino Micurà de Rü
Codici di classificazione
ISO 639-1
ISO 639-2
ISO 639-3 {{{iso3}}}  (EN)
SIL LLD  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Il Padre Nostro
Traslitterazione
{{{traslitterazione}}}
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Distribuzione geografica del Ladino
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Il ladino dolomitico è un gruppo di dialetti della lingua ladina uniti da strette affinità e parlati da circa 30.000 persone nella parte orientale dell'arco alpino (Isola linguistica Ladino-Dolomitica).

Indice

[modifica] Il termine

Il termine ladino, originariamente diffuso nell'alta val Badia, è usato, attualmente, per designare un gruppo di dialetti abbastanza omogenei parlati nell'area dolomitica. Si può fare riferimento a popolazioni noriche (celto-romane) profughe nel 5° sec. dal Norico Mediterraneo a seguito dell'insediamento dei Rugi e, in seguito, ai massacri avaro-slavi. Le popolazioni originarie breone (celto-romane) e immigrate, vennero designate welsch dai bavari in contrapposizione ai windisch (slavoni), mentre esse si definivano latine (in dialetto ladin) perché non-germane e non-slave. Il termine si diffuse (seconda metà del 18° sec.) negli ambienti tedeschi come ladinisch per designare le popolazioni in via di germanizzazione soggette al Tirolo, mentre le popolazioni soggette storicamente a Venezia non hanno mai accettato il termine, per i significati sottesi di filo-asburgicismo, per cui negli ambienti italiani si è giunti a un compromesso (ladino-dolomitici).

Il ladino ha tratti in comune con le lingue romanze occidentali, p.es. la lenizione - talvolta fino alla scomparsa - delle intervocaliche (latinu > ladin) e il plurale in -s anziché in -i, -e, ma a volte se ne discosta (la c dinanzi a e e i non passa a [ts] > [s] ma diventa [tš] come nel gruppo orientale .

Va notato inoltre che con l'espressione "lingue Ladine" ci si riferisce, talvolta, alla totalità delle lingue retoromanze, che oltre al Ladino propriamente detto (ossia al Ladino Dolomitico) comprendono anche il friulano ed il romancio.

I ladini dolomitici dispongono di un giornale settimanale "La Usc di Ladins" e di un telegiornale giornaliero "Rai TV Ladinia".

Il ladino sarebbe la lingua caratterizzante della Ladinia, se non che di questo ultimo termine si fa solitamente un'uso impreciso ed ambiguo, mancando di un significato storicamente affermato. In particolare con questo termine alcuni gruppi di opinione intendono indicare la regione geografica che raggruppa i comuni ladini che fino al 1918 erano dell'Impero asburgico, e che come tale non esaurirebbe la totalità dei territori di lingua ladina, mancando di annoverare quelli storicamente compresi nei domini veneziani anziché austroungarici.

[modifica] Suddivisione territoriale

I territori di lingua ladina già appartenuti all'impero Austro-Ungarico
I territori di lingua ladina già appartenuti all'impero Austro-Ungarico

Si hanno le seguenti varianti:

  • Area occidentale (di transizione al lombardo-orientale):
    • gardenese, parlato in Val Gardena (Gherdëina) (8.148 abitanti), 80-90 %;
    • novese, anticamente diffuso sull'alpe di Siusi e sinistra-Isarco fino a Nova Levante/Welschnofen, dove si è estinto definitivamente nel 17° sec.; sopravvive a Bulla, Roncadizza, Sureghes;
    • fassano, parlato in Val di Fassa e con varianti a Moena e a Canazei, in tutto 8.620 abitanti di cui il 60-75% di madre lingua ladina
  • Area orientale (di transizione al veneto-alpino e in parte al friulano):
    • ampezzano, diffuso a Cortina d'Ampezzo (Anpezo) e simile al ladino cadorino;
    • comelicano, diffuso nel Comelico; è il più conservatore tra i dialetti orientali,
    • cadorino, parlato in tutto il Cadore, ad eccezione del Comelico (vedi) e di Sappada, con influenze più o meno sentite del veneto;
    • vajontino, isolato, ex idioma di transizione con il friulano, nell'area di Erto e Cimolais in Friuli, più spesso considerato una variante del friulano
  • appartengono al gruppo ladino anche le parlate dell'alto e medio Agordino e della Valle di Zoldo. Quest'ultima rappresenta un'interessante area di transizione tra il ladino del Sella, il ladino cadorino e il veneto.

I dialetti occidentali risentono di stanziamenti celti (breoni) e dal confinare coi dialetti lombardi (trentino), i dialetti centro-orientali da stanziamenti reto-veneti e dal confinare coi dialetti veneti (feltrino, bellunese) e friulani (carnico).

In Provincia di Bolzano (Bulsan) è lingua ufficialmente riconosciuta e la minoranza ladina viene tutelata con diverse norme riguardanti tra le altre cose l'insegnamento nelle scuole pubbliche. Infatti nelle scuole delle località ladine dell'Alto Adige la lingua ladina è lingua d'insegnamento assieme al tedesco e italiano.

Recentemente anche in Provincia di Belluno, grazie alla normativa sulle minoranze linguistiche storiche (legge 482/1999), sono stati riconosciuti ladini i comuni del Cadore, del Comelico, dell'Agordino, dell'alta val Cordevole e della Val di Zoldo. È attivo l'Istituto Ladin de la Dolomites (Istituto Culturale delle Comunità dei Ladini Storici delle Dolomiti Bellunesi), con sedi a Borca e Selva di Cadore.


Recentemente è stato concluso il progetto SPELL che mira alla creazione di una lingua ladina standard.

Per approfondire, vedi la voce Elenco dei comuni di lingua ladina.

[modifica] Esempio

Un esempio di una leggenda in ladin dolomitan / standard:

Duc i Ladins sá che l lé (o lech) dl ergabuan é l Lé de Careza. Chest é conesciú lonc y lerch per si biei colours che muda demeztroi dal vert-fresch al cuecen-scarlat, y dal blé dl ciel al ghel-or; per chesta mudazion de colours él vegnú batié "Lé dl Ergabuan", dai colours dla irida/cogola dl uedl. An conta che chel lé fova n iade abité da na "gana" che ova l corp da pesc y l cef da persona, desche an se imaginova da zacan na ninfa. N salvan che abitova te cheles selves, che scluj ite chest pice lé desche na perla, se ova inamoré da perde l cef te chesta bela muta-ninfa; ma dut debant! Per la tré a se, se ova l salvan pensé de fé n gran ergabuan con i colours plu biei che se destenova fora da la piza dl Latemar enfin ju tl lech; ma la ninfa ne se ova empone lascé pié. Dal gran senn, l Salvan, che ova fat con tant de fadia sie beliscim laour, ova n dí tout l ergabuan, l ova desfat en tant de fruzies y l ova spo sciulé tl lech. Da chel moment á l lé giaté duc chi biei colours che al à enfin aldidancuei.

Traduzione: Tutti i ladini sanno che il lago di ergabuan(arcobaleno)è il lago di Carezza. Questo è conosciuto tra i laghi per i suoi bei colori che cambiano dal verde fresco al scarlatto e dal blu cielo all' oro; per questo cambiamento dei colori viene chimato "lago arcobaleno", dai colori........

[modifica] Numeri in ladino

  • 1 : un
  • 2 : doi
  • 3 : trei
  • 4 : cater
  • 5 : cinch
  • 6 : sie
  • 7 : set
  • 8 : ot
  • 9 : nef
  • 10 : diesc
  • 11 : undesc
  • 12 : doudesc
  • 13 : tredesc
  • 14 : catordesc
  • 15 : chinesc
  • 16 : seidesc
  • 17 : deseset
  • 18 : desdot
  • 19 : desnef
  • 20 : vint

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni